domenica 18 aprile 2010

Édition limitée (parte prima)

Puntuale come sempre anche quest'anno è arrivata la settimana del Salone del Mobile che per un'ex milanese come me ha sempre rappresentato un elemento indispensabile per scandire l'avvicendarsi delle stagioni. Inaugurato il Salone del Mobile? Ok, siamo a primavera inoltrata e andiamo incontro al giro di boa dell'anno. Comunque, calendario a parte, questa turbinante settimana milanese mi è sempre piaciuta, forse perché non ho mai dovuto viverla professionalmente. Niente piedi gonfi (in stand non ci siede!), poco sonno o interminabili ore di coda per arrivare in fiera. Il Salone del Mobile per me vuol dire semplicemente fermento, un'energia impalpabile che pervade Milano.

Ieri quindi con un pizzico di nostalgia, ma soprattutto per sentirmi più vicina alle amiche impegnate in eventi da organizzare e a cui partecipare, mi sono data (con i dovuti limiti) al design parigino. Ad accogliermi, all'ingresso di un nuovo concept store vicino la Bastiglia, una 500!!! Simbolo (forse) di una creatività vincente e tutta italiana che avrei trovato frequentemente nel mio tour per negozi e grandi magazzini. Non sono un'esperta e non voglio dilungarmi troppo nell'analisi del successo del design italiano sul mercato francese, semplicemente mi ha fatto piacere vedere apprezzato e ben esposto il "Made in Italy".

Ma la cosa che più mi ha colpito è la seguente. Tutto è "Produit en exclusivité" oppure in "Édition limitée et numerotée". Elementi d'arredo, candele, quaderni, federe per cuscini (federe?!?!). Mi è sembrato, insomma, che il valore dell'oggetto non fosse più legato alla sua natura intrinseca o al progetto che gli sta dietro, quanto piuttosto all'etichetta che gli è stata attribuita. Non mi sarei dovuta stupire più di tanto, del resto siamo nella città in cui anche i dessert vengono progettati come delle collezioni d'haute couture e sono - bien sûr - in edizione limitata (ma questa è un'altra storia...).

Continua però a sfuggirmi qualcosa. Se tutto diviene esclusivo perché qualcuno ha deciso di definirlo così, non finirà che gli oggetti davvero esclusivi resteranno quelli comuni e di cui ci accorgeremo solo dopo perché, seppur meno vistosi, ci restano impressi nella memoria?

Io l'ho provato sulla mia pelle o meglio sui miei neuroni. Gira e rigira, ammira e riammira sono tornata a casa, felice anche se dopo la full immersion nel design non mi attendeva nessun vernissage o party modaiolo.

Riguardo le foto ed eccoli lì, i vincitori della mia passeggiata ;-)

2 commenti:

  1. Giusto, non facciamoci sempre imporre le mode! Anche i dolci griffati mi sembra veramente troppo. In attesa della seconda parte...baci

    RispondiElimina
  2. dadadadaaaaaaannnnnnnnnnnnn!!!!!!!!!!!!!!sono ioooooooooooo!!!ce l'ho fattaaaaaaa!!!e...in effetti concordo con mia sorella....ancora ricette!!!!taaaanti baci!sara

    RispondiElimina

Commenti, domande, suggerimenti qui sono sempre ben accetti!
Ditemi la vostra e se non avete un account blogger usate Nome/url e ricordate di firmarvi altrimenti a chi rispondo? :-)