Poche terre sono belle, affascinanti e al contempo poco conosciute come il Friuli Venezia Giulia. Anche la sottoscritta, nata e cresciuta migliaia di chilometri più a Sud, ne ha per larga parte della propria vita ignorato (o quasi) l'esistenza. Poi un giorno capita di ritrovarsi a fare le valigie per un lungo weekend con una destinazione ignota: Pordenone e provincia, anzi più precisamente San Vito al Tagliamento. Ciò accadeva più di cinque anni fa e quei quattro giorni sono stati i primi di una serie di meravigliosi weekend costellati da passeggiate in borghi antichi, brindisi con incredibili vini bianchi, nonché cene, pranzi, spuntini (insomma ogni occasione buona per mettere le gambe sotto a un tavolo) a base di San Daniele, frico e... cjalsòns!!!
Come spiegare cosa sono esattamente i cjalsòns? Devo ammettere che tutte le volte che ne ho ordinato un piatto ho mangiato qualcosa di diverso e, proprio per questo, unico. Nel mio palato però e, conseguentemente, nella mia memoria si sono fissati l'inconfondibile aroma della cannella unito alla morbidezza delle patate e all'amaro saporito della ricotta. Un piatto davvero buonissimo, simbiosi perfetta di sapori dolci e salati.
Grazie a Rossella, autrice del blog "Ma che ti sei mangiato", oggi ho la possibilità di cimentarmi per la prima volta nella preparazione dei cjalsòns in versione parigina ;-)
Rossella, infatti, ha invitato bloggers e non a mettersi ai fornelli provando una delle tante versioni dei cjalsòns, con l'obiettivo di far conoscere meglio il Friuli e in particolare l'opera di Gianni Cosetti cuoco di Carnia (regione montuosa del Friuli) che (cito letteralmente le informazioni che mi ha mandato Rossella) "negli anni Ottanta e Novanta si guadagnò una stella Michelin con il suo Ristorante Roma di Tolmezzo. Già allora lui s’impegnava nel recupero delle tradizioni e dei prodotti locali. Organizzò anche un concorso per raccogliere le ricette delle casalinghe friulane in tema di cjalsòns. Su 40 partecipanti vennero fuori ben 40 ricette diverse!!!"
Che altro aggiungere? Tra le tante ricette proposte ho scelto di provare i Cjalsòns Krofin di Timau perché mi sono sembrati i più vicini alla mia personalissima esperienza culinaria. Per forza di cose ho dovuto rinunciare alla ricotta affumicata, trovarla nella Ville Lumière è impossibile: ho girato quasi tutti gli arrondissement ma niente... mie predilette amiche friulane (so che ci siete e leggete) conto su di voi per un rifornimento! Rispetto alla ricetta originale ho ridotto la dose di zucchero nell'impasto e sostituito l'uvetta con la mela perché una volta li ho mangiati anche con la mela ed erano buonissimi! Al posto del pizzico della menta secca ho usato una buona manciata di timo fresco che ha aggiunto una nota aromatica all'impasto. Ho voluto anche sperimentare una versione a fagottino, buona come quella classica a raviolo, l'importante è far cuocere i fagottini qualche minuto in più affinché la pasta sia cotta uniformemente.
Buon appetito e... viva il Friuli Venezia Giulia!
Cjalsòns Krofin di Timau
Ingredienti (riporto quelli originali, evidenziando in rosso tra parentesi le sostituzioni o aggiunte che ho fatto)
per la pasta
250 gr di farina 00
acqua tiepida
sale qb
1 uovo per spennellare
per il ripieno
300 gr di patate
1 cipolla
50 gr di burro
20 gr (1/2 cucchiaino da tavola) di cannella in polvere
100 gr di uvetta sultanina (100 gr mela renetta tagliata a cubetti)
100 gr (50 gr) di zucchero
un pizzico di sale e pepe
un pizzico di menta secca (1 cucchiaio da tavola di timo fresco)
un pizzico di scorzetta di limone grattugiata
per il condimento
80 gr burro
100 gr ricotta affumicata (100 gr parmigiano reggiano)
(un pizzico di cannella in polvere)
Procedimento
Preparare la pasta amalgamando la farina con acqua e sale, quindi falra riposare per circa 20 minuti.
Per fare il ripieno lessare le patate, passarle al setaccio e impastarle con la cipolla, fatta precedentemente appassire nel burro, con la cannella in polvere, la mela tagliata a cubetti, lo zucchero, il timo e la scorzetta di limone grattugiata. Salare e pepare secondo il proprio gusto.
Tirare la pasta sottile con il mattarello, ritagliare dei dischi di diametro di circa 7/8 cm e su ogni disco porre un cucchiaio di ripieno.
Spennellare i dischi con l’uovo sbattuto, piegarli in due e chiuderli bene premendo sui bordi con una forchetta. (Per i fagottini: ricavare dalla pasta dei quadrati di ca 7 cm di lato, mettere un cucchiaio di ripieno al centro e unire i bordi spennellati con l'uovo per dare la forma).
Cuocere i cjalsòns in acqua bollente salata, raccogliendoli con un mestolo forato non appena vengono a galla, metterli in una pirofila calda ed infine condirli con burro fuso, parmigiano grattugiato e un pizzico di cannella.
ohh devono essere deliziosi!!!! non li ho mai provati, ciao Ely
RispondiEliminanon ho ben capito se prevale il dolce o il salato e se si mangiano come primo, come dessert o come ...non so. Però sono molto stuzzicanti per i miei gusti, penso di provarli sostituendo il parmigiano con....niente. Baci
RispondiEliminaCiao FDC e ciao a tutti i lettori. E' la prima volta che vedo questo piatto: il nome mi porta in Finlandia e le foto mi portano in Asia. Tanti ingredienti nei piccoli ravioli, à dir la verità non sono fan di dolcesalato ma provero la ricetta con altri ingredienti.
RispondiEliminaUna domanda: primo o dessert!!!Baci
Ciao a tutte, i cjalsòns sono un ottimo primo piatto!!!
RispondiEliminaNella versione d.o.c. il sapore della ricotta affumicata (n.b. non è come quella salata siciliana ma ha un gusto altrettanto deciso) fa virare il piatto decisamente al salato! Ma anche con il parmigiano i cjalsòns rimangono indubbiamente salati, so che leggendo la lista degli ingredienti potrebbe sembrare il contrario ma vi assicuro che alla fine l'equilibrio di tutte le componenti è perfetto!
Buon fine settimana
Le amiche friulane adorano questa ricetta e vista la stagione consigliano anche gli gnocchi di zucca... sempre con la ricotta affumicata! ;)
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