Sono sempre più convinta che le belle esperienze arrivino all’improvviso, quando meno te lo aspetti. Non hai il tempo di mettere a fuoco cosa stai per fare, non hai troppe informazioni da analizzare e processare. Puoi soltanto osservare e fare.
Lo scorso fine settimana, ad esempio, si annunciava come molti altri, né brutto né bello. La nostra routine familiare – ormai lo sapete – prevede lo chef regolarmente ai fornelli, quindi io e minichef cerchiamo di godere della compagnia di amici liberi, degli ultimi pomeriggi al parco. Le solite cose, insomma.
Invece sabato mattina in poco meno di un’ora i miei piani per la serata sono saltati. Arriva l’invito per una sfilata ed è tutto un: chiama un’amica – chiedi ai nonni, no sono già occupati – chiedi alla babysitter, è ancora libera – conferma l’impegno all’amica – decidi cosa indossare – doccia, trucco e via…
Meritato riposo dopo una serata a spasso su 12 cm! (immagine dal mio account Instagram: lafemmeduchef) |
Un giro di mail, un’oretta di macchina e mi sono ritrovata immersa nel verde, nel silenzio più pieno interrotto soltanto dal cicaleccio dei bambini (e dei grandi) e dal lontano rumore della mietitrebbia. Fine settembre, è tempo di raccogliere il riso carnaroli alla Riserva San Massimo e domenica ho potuto osservare da vicino come tutto ciò avviene.
Più che una canonica visita in azienda è stato un pomeriggio di educazione alimentare e agricola, se è corretto dire così. Ho visto da vicino il riso carnaroli (le cui spighe sono alte quasi quanto me) e capito quanto sia delicato – facilmente soggetto alle bizze del clima e agli attacchi dei daini che ne sono golosi - quanto difficile sia tutto il processo di produzione e raccolta.
Ho imparato che non tutto il riso commercializzato come carnaroli lo è effettivamente; la legge, infatti, consente di classificare sotto la dicitura carnaroli anche altre varietà di riso che però sono diverse dal carnaroli doc. Io non lo sapevo e mi domando quante volte avrò acquistato e mangiato un riso che credevo carnaroli ma in realtà non lo era. Sono i complessi meccanismi del commercio, mi rendo conto, ma se le cose stanno così io consumatore finale come faccio a sapere davvero ciò che mangio? Di chi posso fidarmi?
Più di tutto è stato un pomeriggio di spighe toccate con i polpastrelli, di centinaia di anatre che si alzano in volo all’unisono, di mele raccolte e mangiate senza doverle lavare prima, di ranocchie microscopiche che saltellano tra i piedi e di zanzare incredibilmente potenti.
Un pomeriggio che mi ha ricordato quanto sia bello ogni tanto allontanarsi dalla città e ritrovare lo spirito scoutistico che credevo di aver messo in un baule tanti anni fa.
Informazioni utili
Azienda agricola Riserva San Massimo
Località San Massimo – 27027 Gropello Cairoli (PV)
Tel. 0382.817239
Quindi le spighe del riso Carnaroli sono piuttosto bassine..... ;)
RispondiEliminabassine come me e Cla??? baci baci, m.
EliminaUn'esperienza interessante e bellissima *_*
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