Quando ero scout, ai tempi dell’adolescenza, due parole facevano spesso capolino nelle mie giornate. “Estote Parati”, siate pronti.
Un motto semplice e chiaro che non lascia spazio a fraintendimenti, pur aprendo infinite possibilità d’interpretazione e applicazione concreta di questo principio.
Mi è tornato in mente in un attimo di sconforto ieri sera, alle prese con una foto che proprio non ne voleva sapere di riuscire. Avete mai fotografato il ghiaccio? Io no ed è davvero complicato, specie se la temperatura domestica veleggia sui trenta gradi. Ho anche cercato una soluzione pratica sull’unico manuale di food styling che posseggo (pessima foodblogger, I know…) ma il capitolo dedicato alle bevande fredde inizia con un laconico “Munitevi di cubetti di ghiaccio sintetico”. Sob.
In quel momento però il motto Estote parati mi è venuto alla mente e ho pensato che forse è meglio affliggersi per ben più seri motivi e cercare, per quanto possibile, di essere veramente pronti perché forse così, invece di disperarsi, le soluzioni si trovano.
Estote parati, ci dicevano i capi scout.
Siate pronti, non fatevi trovare impreparati. Siate pronti a fare, a rimboccarvi le maniche, a tirare su tende e accendere fuochi.
Siate pronti a tendere l’orecchio, c’è certamente qualcuno che aspetta che lo ascoltiate. Abbiate gli occhi pronti, il bello aspetta solo di essere visto. Siate pronti, semplicemente, all’amore che vi circonda. Ne parlavo qualche giorno fa con un’amica. Il peso del quotidiano ci schiaccia a volte talmente tanto da non lasciare spazio a null’altro. Una cappa, pesante e afosa come il caldo di questi giorni, impedisce di essere pronti.
Chissà perché sono finita a raccontarvi tutto ciò. Volevo parlarvi d’altro, di foto e ghiaccio che si scioglie solo a guardarlo, di minichef che mi ha rovesciato addosso un intero bicchiere d’acqua proprio mente fotografavo, colpendo fortunatamente solo il cavalletto. Della decisione di fermarsi, bere un bicchiere del cocktail appena fatto e ricominciare tutto dall’inizio. La seconda volta è andata meglio, mi sono organizzata per gestire più correttamente i tempi e pazienza se il ghiaccio si scioglie, è fatto così! Il risultato lo vedete all’inizio del post.
Una sangria? La frutta in infusione nel vino - un Moscato dolce d’Asti - c’è.
Uno spritz? L’acqua frizzante, molto frizzante, non manca ma di prosecco nemmeno l’ombra.
Vogliamo chiamarlo cocktail o più propriamente bevanda? (sono per la riappropriazione dei termini semplici e bevanda mi piace tanto, vai tu a saper perché ;-)
Non me ne vogliano gli amici dell'Enoteca Regionale "Colline del Moscato" di Mango se, cercando un nome per la creazione che presento al loro contest “Re Dolce”, ho fatto un po’ di confusione. Alla fine ciò che conta è il risultato, no? E quello, superato lo scoglio delle foto, c’è. Vorrei potervi far arrivare le note fresche del lime o il profumo speziato dell’anice che si sprigionano durante la macerazione nel moscato.
Una Sangria che voleva essere uno Spritz, da sorseggiare al termine della giornata per rinfrescarsi e trovare nuova carica per la serata. Un aperitivo, nonostante il protagonista della preparazione sia il Moscato dolce, tradizionalmente associato al fine pasto. Ve la offro, la mia bevanda, in questo caldo pomeriggio di luglio. Buona serata!
La Sangria che voleva essere uno Spritz
Ingredienti per 4 persone
Ingredienti per 4 persone
- 400 ml Moscato d'Asti - Enoteca Regionale "Colline del Moscato"
- 300 ml acqua naturale
- 80 gr zucchero semolato
- 20 ciliegie duroni
- 2 pesche gialle
- 2 lime (solo la buccia)
- 1 anice stellato
- qb. soda o acqua frizzante (tipo Perrier) fredda.
per la decorazione:
- 4 ciliegie
- 1 pescanoce
- 1 lime
In una casseruola unire l'acqua e lo zucchero, mescolare fino a quando lo zucchero non si sarà sciolto completamente poi aggiungere il moscato.
Mettere la pentola su fiamma bassa e portare lentamente a ebollizione, non appena inizia a bollire togliere subito dal fuoco e versare lo sciroppo caldo nella ciotola, sulla frutta. Lasciar raffreddare e poi marinare in frigo per almeno quattro d'ore (più tempo resterà in infusione, più il moscato prenderà profumi - e colori - della frutta), filtrare il tutto per eliminare la frutta.
Preparare la sangria-spritz mettendo in ogni bicchiere abbondante ghiaccio, due parti di moscato , una parte di soda o acqua frizzante. Decorare con una ciliegia, una fetta di pescanoce e una fettina di lime, servire subito.
Sempre pronti a tutto :)
RispondiEliminaMi ritrovo in questa filosofia di vita..
G.
Non è sempre facilissimo seguirla ma credo valga la pena di provarci!
Eliminaadoro la sangria, adoro lo spritz... questa bevanda (piace anche a me questa parola, che ci vogliamo fa'...) sara' mia!!!
RispondiEliminati ho vista su S&P ed eccomi qua :)
bellissimo il tuo blog, a presto!
ciao Cristina,
Eliminabenvenuta nel mio spazio e piacere di trovare un'altra estimatrice di bevande ;)
Estote parati; noi Donne lo siamo sempre, per definizione, perché siamo noi a condurre le nostre vite e quelle delle persone a noi più care assumendocene, in un consapevole silenzio, la responsabilità. Siamo noi a provare i dolori e le gioie più grandi e a sentirci sempre pronte a ricominciare...a fare una foto, a fare un altro figlio, a cambiare lavoro, a far sì che la nostra gioia sia la gioia degli altri e viceversa! E di queste e mille altre cose parliamo insieme, come fossero "ordinaria amministrazione", davanti a uno spritz o una sangria.
RispondiEliminaVorrei sempre essere così sicura delle capacità che così bene descrivi. Non so se siano prerogative di noi donne, vero è che spesso le contingenze ci chiedono di avere una marcia in più e di essere davvero sempre pronte. Il bello, in quei casi, è avere accanto persone che ci capiscano con cui condividere queste esperienze proprio come dici tu, con leggerezza, magari davanti a una bevanda! grazie.
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