Il primo gesto d’amore di cui ho memoria, quello che per primo ho riconosciuto come tale e impresso indelebilmente nel mio cervello, potrei riconoscerlo a occhi chiusi.
È un leggero tintinnare la mattina presto, non sono ancora le sette, e quel suono puntuale arriva ogni giorno e lentamente mi sveglia, catturando la mia attenzione. La base di una tazzina che sobbalza capricciosa sul piattino, mentre due mani premurose la accompagnano. Dalla cucina, lungo il corridoio sempre lunghissimo, poi dentro la camera.
Stagione dopo stagione, negli inverni umidi in cui il caldo della tazzina riscalda le mani così come nelle torride estati in cui le dita fanno a gara per allontanarsi dal bordo del piatto. I passi, puntuali uno dopo l’altro, e quella traballante e ripetitiva vibrazione.
Solo dopo mi raggiunge sul cuscino il profumo del risveglio, il caffè intenso e bollente, stretto e nerissimo, oggi potrei anche dire molto tostato. Ma in quegli anni è solo l’aroma del buongiorno, la scia di enorme amore lasciata da mamma che sveglia papà.
La sento ogni mattina attraversare casa per portargli una tazzina di caffè mentre lui è ancora a letto, magari già sveglio ma ancora raccolto sotto le coperte. Doveva proprio cadere il mondo perché quel rituale non si ripetesse.
Non ricordo grandi conversazioni a suggellare il momento del caffè, ma è in quegli attimi silenziosi e ripetitivi che ho visto concretizzarsi concetti come il prendersi cura, l’essere sempre l’uno accanto all’altra, il seguire insieme un percorso.
Oggi i miei genitori festeggiano quarant’anni di matrimonio e stamattina pensando a loro ho preparato questi piccoli biscottini alle mandorle e limone. Perché nella storia di ogni coppia ci sono gesti eclatanti e indimenticabili che simboleggiano la perfezione della loro unione, però credo che l’intreccio perfetto di due vite si ritrovi più spesso nelle pieghe delle loro quotidianità. Quel caffè mattutino non me lo sono spiegato per tantissimi anni, anzi mi sembrava inutile, perfino maschilista. Non avevo tutti i torti, semplicemente non avevo gli occhi giusti per comprenderlo, decodificandone il senso al di là dell’apparente irrazionalità del gesto. L’ho capito solo anni dopo quando, ormai sposata e “ospite” da loro con la mia famiglia, ho risentito dei passi in corridoio, il profumo del caffè e un tintinnio. Stavolta era papà.
Auguri, enormi e immisurabili, mamma e papà. Domani voleremo da voi per farveli di persona, intanto vi dono un biscottino fragrante che sono sicura vi piacerà. L’ho pensato per voi, con i profumi e sapori che so amate, con le mandorle e il limone, piccolo e non stucchevole. Perfetto, come voi due insieme, accanto a una tazzina di caffè.
Dicembre è il mese giusto per darsi alla preparazione di biscottini di tutti i tipi. Questi oltre ad accompagnare il caffè potrete servirli anche con un tè pomeridiano o regalarli, confezionandoli in una bella scatola di latta (in cui si mantengono per diversi giorni).
Ingredienti per circa 30 biscotti
- 150gr farina 00
- 100gr farina di mandorle
- 150gr burro morbido
- 100gr zucchero semolato
- 50gr zucchero di canna integrale
- 1 uovo
- la buccia grattugiata di 1/2 limone (non trattato)
- una manciata di lamelle di mandorle
In una ciotola lavorate con la frusta il burro e i due tipi di zucchero, finché non otterrete un composto omogeneo e spumoso. Aggiungete l'uovo e continuate a mescolare finché non si sarà amalgamato, poi unite le farine poco per volta, in modo che gli ingredienti si incorporino perfettamente e non si formino grumi. Aggiungete la scorza grattugiata di limone all'impasto e preparate i biscottini formando tante piccole palline, non più grandi di una noce.
Disponete i biscotti su una placca da forno rivestita con carta alimentare, distanziandoli bene tra loro perché in cottura si allargano. Completate decorando i biscottini con le lamelle di mandorle e cuocete per circa 10 minuti in forno statico già caldo a 180°C.
Grazie. Mamma
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BNK1