Prima o poi doveva succedere. Tira, tira e alla fine la corda cede (scaramanticamente preferisco evitare di pensare che si spezzi). Ho lavorato intensamente in quest’ultimo periodo, ma forse non più del solito, anzi trovo che quando si è alle prese con stimoli nuovi, nuove sfide, si tenda a sentire meno la fatica, a metabolizzare con estrema facilità gli extra che ci imponiamo. In certi picchi c’è così tanta adrenalina che basta lei a farci alzare a molla la mattina, a farci correre durante la giornata e a spingerci a dedicare ogni sera buoni venti minuti per pulizia del viso, creme e lozioni (l’adrenalina e una buona dose di spirito di mantenimento…).
Forse quello che più fiacca, e che nel mio caso debilita profondamente, è la tensione che viene da altro. Una persona cara che non sta bene, un battibecco non risolto, le febbri dei piccoli, le incertezze che minano desideri e progetti, le preoccupazioni negli occhi di chi amiamo. Piccoli elementi che cerco di ignorare o di farmi scivolare addosso ma da qualche parte si aggrappano e restano lì, silenti.
A 34 anni non sono ancora brava nell’arte dell’impassibilità, anzi il mio stomaco che si contorce è il più efficace promemoria dei miei problemi, piccoli o grandi che siano. Dovrei ascoltarlo di più, respirare meglio e andare avanti sforzandomi di essere più leggera, per lo meno quando si può (e nella maggior parte dei casi si può, sono io che ingigantisco).
Poi ci sono fattori oggettivi di turbamento dell’equilibrio, tipo i virus che puntuali bussano alla porta di casa sottoforma di minichef, malato almeno una volta al mese, e a quelli è difficile resistere.
La scorsa settimana mi sono ammalata con tutto un corollario di: febbre alta che non scende, dolori alle ossa, brividi e freddo che si alternano a caldo e sudore, male alla gola e alla testa, voglia di far niente e rabbia di non poter fare il tutto di sempre. Per tre giorni ho fatto la spola dal letto al divano, in compagnia di mio figlio anche lui malaticcio ma con addosso l’energia inspiegabile dei bambini. Se io non riuscivo a mandar giù nemmeno un boccone, lui (beato) chiedeva pizza e spaghetti. Per tre giorni ho solo bevuto tè, spremuta d’arancia e mangiato passato di verdura quando proprio ero in vena, perché la gola era davvero conciata. Al quarto giorno la febbre si è abbassata e, grazie a coccole e medicine, anche la gola sembra sulla via della guarigione.
Nei giorni di clausura forzata (che si concluderà effettivamente solo oggi, non vedo l’ora!) ho rispolverato la centrifuga per variare un po’ la quotidiana somministrazione di vitamine, improvvisando un pomeriggio di “merenda fai da te” che è piaciuto molto a minichef. Il gioco di infilare i pezzettini di frutta in un tubo, premere un bottone e vedere magicamente riempirsi il bicchiere di succo lo ha conquistato ed è riuscito anche a fargli provare sapori acidi che di solito non ama.
L’unico inconveniente è stato per me alla fine della merenda, quando si è trattato di smontare e pulire la centrifuga, operazione che ammetto non amare particolarmente e che molte amiche interpellate su Facebook mi hanno confermato di detestare! Tra brillanti tecniche per velocizzare le operazioni di pulizia (c’è chi mette il sacchetto dell’umido direttamente nel cassettino degli scarti) e nuovi macchinari da provare (pare che l’estrattore sia la nuova frontiera per i succhi homemade) ho iniziato a farmi una cultura e non è detto che presto non mi lanci in colorate sperimentazioni.
Per questo sabato però mi gusto e vi lascio la ricetta di una centrifuga “old style” molto buona, specialmente quando volete fare un pieno di vitamine, e vi do appuntamento a lunedì mattina per raccontarvi una grande novità… avete per caso comprato l’ultimo numero di Donna Moderna?!? ;-)
Ingredienti per 2 persone
- 2 kiwi
- 1 mela verde
- 1 arancia
- un pizzico di zenzero in polvere (facoltativo)
Lavate la frutta, tagliate la mela a spicchi e divideteli a metà, eliminate le estremità dure dai kiwi e tagliateli a pezzi, pelate l'arancia e tagliatela a pezzi.
Centrifugate tutta la frutta e raccogliete il succo in una caraffa, mescolare con un cucchiaio e versate nei bicchieri. Servite aggiungendo, se vi piace, un pizzico di zenzero.
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