48 ore a Berlino: io, lo chef e minichef in viaggio per festeggiare, con altri parenti, un importante compleanno di famiglia. Forse non le premesse ideali per un’esplorazione approfondita della città, o per un viaggio come quelli che facevamo prima di diventare genitori, fatti di lunghe visite ai musei e passeggiate senza una meta precisa con il solo scopo di esplorare una città camminandole attraverso.
Viaggiare in tre è straordinario, obbliga a mettere da parte le guide e affrontare le giornate con un altro spirito, più vincolati da un lato (perché è innegabile che la soglia di stanchezza di un bimbo di 4 anni non è quella di un adulto) ma allo stesso tempo liberi di cercare nella città nuove prospettive, di rispondere a domande che da soli non ci saremmo posti, di trasformare fatti storici e politici in un racconto decodificabile da qualcuno che al momento quei fatti non li ha ancora studiati.
E così Berlino è stata molto diversa da come me l’aspettavo. Cielo bianco accecante, vento freddo, sole improvviso. Gru e cemento, il fiume e il bisogno di vivere accanto all’acqua che mi prende ogni volta. Non è stata un colpo di fulmine, ma l’ho lasciata con la promessa di un secondo incontro, presto.
In soli due giorni, non avendo il timone dei pranzi e delle cene, è stato impossibile per me fare una vera ricerca gastronomica. Mi sono concessa un solo giro ludico al KaDeWe, una sorta di Rinascente che al sesto piano offre il meglio della gastronomia internazionale, prevalentemente di stampo francese, in tanti angoli dove fermarsi a mangiare (si va dagli astici all’hamburger, passando per il tipico curry wurst berlinese).
Oltre a fermarsi per una veloce ma non frenetica pausa pranzo, come abbiamo fatto noi il sabato per evitare la pioggia, il sesto piano merita una passeggiata nei reparti macelleria e panetteria. Se anche voi amate la carne e le vaschette di polistirolo bianco del supermercato vi fanno tristezza, lascerete gli occhi davanti agli oltre 20 metri in cui è esposta tutta la carne che potreste immaginare, e anche di più!
Ma Berlino è soprattutto la storia di cui porta visibili i segni e vi assicuro che la si può spiegare anche ai più piccoli senza artifici o giri di parole, ma solo per quello che è. Avevamo raccontato a minichef del muro e della città divisa in due prima di partire e lui ne era rimasto molto colpito, non capiva perché le persone non potessero passare da una parte all’altra. Voleva capire chi erano i buoni, chi i cattivi perché nel suo immaginario è tutto così nettamente diviso.
Non abbiamo dato risposte definitive alle tante domande che ci ha fatto camminando lungo l’East Side Gallery o gli altri tratti di muro sparsi per la città, addentrandosi nel memoriale per gli ebrei uccisi d’Europa, con i suoi incombenti blocchi di cemento. Ma è stato importante andare lì ed essere al suo fianco a vivere quest’esperienza.
Non abbiamo potuto approfittare del Tiergarten, l'immenso parco in centro città, a causa del brutto tempo ma i momenti per minichef non sono mancati: Legoland vi dice qualcosa?
Lo spazio esclusivamente espositivo è limitato (solo una stanza è dedicata alla riproduzione della città con i mattoncini, ci sono poi alcune statue di Lego sparse in vari punti), le aree sono divise in base alle attività che, a giudicare dall’entusiasmo di mio figlio ma anche degli altri bambini presenti, sono davvero apprezzate.
Abbiamo trascorso più di mezz’ora nello spazio “Racers” dove puoi costruire la tua macchinina Lego e farla competere sulle rampe di lancio con quelle degli altri bambini. Interessante “Fabrik” dove viene spiegato come si fa un mattoncino, peccato che la visita sia prevalentemente in tedesco e le spiegazioni in inglese, molto più concise, non permettono ai bambini che non parlano tedesco una vera e propria interazione. Da fare un giro sui “Dragons” per sentirsi per qualche minuto in un parco di divertimenti.
Ve lo consiglio per trascorrere un paio di ore di puro svago dedicato ai più piccoli, specialmente in inverno o quando fa brutto tempo. Il biglietto d’ingresso è piuttosto caro, vale la pena di combinarlo con quelli di altre attrazioni come l’AquaDom.
Ma scusate, non avevo iniziato con una foto di biscotti? Il mio souvenir di Berlino non poteva che essere un accessorio da cucina, anzi due: le formine dell’Ampelmännchen, il famoso omino del semaforo che a Berlino è diverso dal resto del mondo. Progetto tramezzini, biscotti salati e altre bontà dalla foggia bizzarra, ma per il collaudo io e minichef siamo andati sul sicuro con dei biscotti al cioccolato. Vi lascio la ricetta e un po’ di indirizzi utili se anche voi progettate una minivacanza berlinese con figli. Naturalmente, se volete lasciarmi suggerimenti (culinari e non) per la prossima visita nella capitale tedesca siete i benvenuti!
- Stiftung Denkmal für die ermordeten Juden Europas (Foundation Memorial to the Murdered Jews of Europe) Georgenstraße 23
- KaDeWe - Kaufhaus des Westens Tauentzienstr. 21-24 (aperto lunedì-giovedì dalle 10 alle 20 / ven dalle 10 alle 21 / sabato dalle 9.30 alle 20)
- Legoland Discovery Centre - Postdamer Straße 4, 10785
- AquaDom & Sea Life - Spaadauer Str. 3 (aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19) Conviene comprare i biglietti on line per approfittare degli sconti e combinare con il biglietto di Legoland. Se poi scegliete di andare nel pomeriggio dopo le 15 avrete un ulteriore risparmio.
Ingredienti per una ventina di biscotti (piuttosto grandi)
- 200gr di farina bianca (170w)
- 1 cucchiaio di cacao amaro
- 90gr di zucchero a velo
- 100gr di burro
- 2 tuorli d'uovo
- 1 cucchiaio di acqua a temperatura ambiente
- un pizzico di sale
In una ciotola mettete la farina, il cacao, lo zucchero e il sale. Unite il burro freddo tagliato a tocchetti e lavorate con le mani, cercando di incorporare la farina al burro come per formare delle briciole. Trasferite l'impasto su un piano di lavoro, aggiungete i tuorli e l'acqua continuando a impastare affinché, poco alla volta, gli ingredienti si amalgamino bene e l'impasto diventi uniforme e liscio (tecnicamente questa operazione si chiama frasage).
Date all'impasto la forma di una palla, avvolgetelo nella pellicola trasparente e fatelo riposare in frigo per almeno un'ora. Trascorso questo tempo stendetelo con un mattarello, dovrà essere spesso qualche millimetro, poi date ai biscotti la forma che preferite usando uno stampo (nel mio caso quello dell'ampfelmann). Disponete i biscotti su una teglie antiaderente distanziandoli tra di loro e cuocete in forno preriscaldato a 160°C per 15 minuti.
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