Troppo caldo, troppe poche persone, una Milano che - Expo o non Expo – è andata in vacanza svuotandosi moltissimo ed è faticosa, nonostante tutta la buona volontà, da vivere. Un marito cuoco che, agosto o non agosto, deve stare ai fornelli e un minichef ormai grandicello (inizio a domandarmi fino a quando potrò permettermi questo soprannome che gli ho affibbiato quattro anni fa…) che non può essere rinchiuso in casa a causa delle alte temperature.
E siamo di nuovo io e tu, proprio come 4 anni fa, a dover costruire un’estate a due. Solo che adesso i bisogni e le esigenze quotidiane di minichef sono più complessi di quando era neonato e quindi mi tocca sfoderare tutte le mie abilità d’improvvisazione.
Agosto 2015 è all’insegna dei cambi di programma: stiamo in città, anzi no che fa troppo caldo, potremmo ripartire a gambe levate per la Sicilia, meglio di no che le compagnie aeree ci spennano con i last minute, andiamo al mare con un’altra mamma, facciamo che invece si va alla ricerca del fresco in alta quota.
E così siamo finiti prima in Trentino, a condividere passeggiate e spuntini nei rifugi a base di tortel de patate e speck con un’altra coppia stabile formata da mamma-figlio di quattro anni (i padri che chiamano la sera chiedendo “come va la vacanza” sappiano che rischiano grosso…) e poi nel nostro rifugio familiare sul lago a beneficiare di un inaspettato anticipo d’autunno sperando tuttavia che l’estate propriamente intesa faccia nuovamente capolino e ci consenta di levare il golfino e rimettere il costume (sì, sto diventando molto diplomatica, riesco sempre meglio a mascherare le arrabbiature causate dal meteo).
Faccio ancora fatica ad abituarmi a trascorrere lunghi periodi lontana dallo chef, ma così è e l’unica cosa da fare è rendere piacevoli le giornate con mio figlio, che adesso è davvero un compagno di avventure – dalla ricerca dei sentieri in montagna alla mission impossible della spesa al supermercato tra i turisti tedeschi – ma richiede costanti attenzioni; sono ben lontani i tempi del pappa-cacca-nanna che mi lasciavano ampi margini di operatività.
Libri da leggere, testi da scrivere, foto da sistemare, ricette da provare, hanno trovato la loro collocazione ideale nelle ore serali, se ne stanno stretti stretti tutti insieme e se non si lamentano loro, non ho motivi per farlo neppure io.
Ai cambiamenti basta fare l’abitudine, non subirli ma renderli uno spunto, una possibilità.
Il mio agosto è così, tra supereroi e poca cucina operativa, almeno fino al prossimo cambio di programma.
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