Mancano meno di due settimane al Thanksgiving e, anche quest’anno, ho deciso di fare qualcosa (devo ancora esattamente decidere cosa/come).
Stamattina, mentre iniziavo a pensare a menù, decori e inviti mi sono chiesta: quante volte al giorno dico grazie? Ma non quei grazie pronunciati automaticamente, bisbigliati pensando ad altro. Parlo dei grazie veri, carichi di riconoscenza e consapevolezza, dell’importanza che diamo alla persona che ci sta di fronte.
- Hai ringraziato?
- Si dice sempre grazie.
Quante volte ripeto queste frasi a minichef…
Vorrei dargli davvero il buon esempio e, senza attendere un giorno specifico, dire i miei grazie quotidianamente, a partire da adesso.
Grazie, perché la giornata è iniziata con la mail del blog improvvisamente scomparsa. Sono andata nel pallone, sono dovuta uscire per un impegno portandomi dentro nervosismo e un tarlo che ho dovuto gestire, neutralizzare, superare. Tornata a casa ho sistemato tutto e capito che la calma e la lucidità vanno a braccetto (e che le mail sarebbe sempre meglio non aprirle prima del caffè).
Grazie, perché il rubinetto in cucina perdeva e sembrava rotto e da sostituire, dopo solo un anno d’uso. Invece è venuto un idraulico gentile, che mi ha raccontato del figlio che ama lanciarsi col paracadute e forse, preso l’ultimo brevetto che gli manca, lascerà tutto per dedicarsi totalmente alla sua passione. Era orgoglioso e un po’ preoccupato per il futuro del suo pargolo, e mi ha anche detto che il rubinetto non andava sostituito, ma c’era solo una guarnizione da cambiare. Evviva.
Grazie per il sole caldo di oggi e per i raggi che invadono la cucina, per le orecchiette fresche e le cime di rapa già pulite che hanno bussato alla porta in un sacchetto in mano a mia suocera.
Per essere un venerdì 13 non mi sembra niente male, e non è ancora finito!
Sto iniziando a pensare al menù di Thanksgiving e, dopo aver fatto un corso la settimana scorsa da Vanilla Bakeri qui a Milano, ho cominciato gli esperimenti per mettere in tavola un menù collaudato. Il corn bread (pane di mais) non l’avevo mai preparato, è semplice da impastare e non necessita di lievitazione prima della cottura. È soffice, pur essendo compatto, tanto da assomigliare a una torta. Goloso (dite che sia merito del burro nell’impasto?) e perfetto da sbocconcellare con le pietanze tradizionali del Thanksgiving ma anche in accompagnamento a una più frugale cena a base di verdure, formaggi freschi e, perché no, del salmone affumicato.
Corn bread (pane di mais)
ricetta di Vanilla Bakery
Ingredienti
ricetta di Vanilla Bakery
Ingredienti
- 400g farina di mais
- 600g farina 00
- 20g lievito in polvere
- 15g sale g
- 120g zucchero
- 800ml latte
- 400g uova
- 200g burro fuso
Setacciate la farina 00 e la farina di mais in un recipiente, unite il lievito, il sale e lo zucchero. Aggiungete gradualmente tutti gli ingredienti “liquidi - uova, latte, burro fuso - mescolando energicamente con un frusta (se preferite potete impastare usando la planetaria). Otterrete un impasto piuttosto liquido e omogeneo: versatelo in una teglia rettangolare imburrata e infarinata e cuocete a 180° C. in forno già caldo per circa 30/40minuti. Controllate la cottura del pane con uno stecchino,se infilandolo nell'impasto esce asciutto il vostro corn bread è pronto.
NB: per il mio corn bread ho preparato mezza dose usando comunque una teglia grande (35x22cm) perché volevo ottenere un pane non troppo alto. Nella versione originale di Vanilla Bakery il pane è più alto, il gusto ottimo però è lo stesso!
che tipo di lievito?
RispondiEliminaciao Michela, il lievito usato è il baking powder ossia l'equivalente del nostro lievito chimico.
Elimina